Ci sono delle tragedie che non sono frutto di fatalità o del destino cinico e baro: per esempio, gli incidenti sulla strada. L’anno è iniziato malissimo, qui a Cremona, con quattro decessi. Occorre rispettare le regole, nella vita, sul lavoro e sulla strada. In tempi difficili, gli “hard times”, può crescere la tentazione della deregulation anche nel seguire le norme che governano la convivenza tra le persone: bisogna contrastarla. Non è fatalità neppure il continuo sforamento della soglia della presenza di polveri sottili nell’aria che respiriamo. Dice il Comune che occorrono politiche di area vasta, ma qui, di vasto, c’è solo il pericolo che cresce, giorno dopo giorno, per i nostri polmoni. È vero, complici della situazione sono le condizioni atmosferiche, ma, appunto, certe condizioni sono, qua da noi, una costante a memoria d’uomo. Ci vorranno sicuramente politiche di area vasta, ma qualche provvedimento serio potrebbe essere preso, o no? Ma torniamo alle regole. Il Governo ritiene necessario dare il via ad un pacchetto di liberalizzazioni: alcuni sono favorevoli, altri contrari, in una inevitabile e democratica dialettica tra posizioni ed interessi diversi. Ma, nel pacchetto di misure annunciato, ecco che esce fuori nuovamente il tema dell’acqua. Ma non avevamo votato ad un referendum? Ma, anche qui da noi, nella Provincia di Cremona, non si è svolta una battaglia durissima tra la giunta Salini, la minoranza del suo Consiglio e la maggioranza dei Sindaci del territorio, perché la Provincia aveva deliberato in senso contrario agli esiti del referendum? E ora, che accadrà? Altra musica, altro giro di valzer? Ripeto: ma non avevamo votato? Sembra che votare e decidere non vada per la maggiore: sarà questo l’atteggiamento che sta dietro alla bocciatura, da parte della Consulta, dei referendum sulla legge elettorale? E intanto, per ora, dobbiamo tenerci il porcellum: una porcata, appunto. Nomina sunt omina, i nomi a volte sono presagi!
Daniele Tamburini
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