Il 2012 si apre con la notizia che, a Cortina d’Ampezzo, a seguito di ispezioni della Guardia di Finanza condotte a fine anno, l’incasso degli esercizi commerciali è salito del 400 %. Ma non basta: su 251 auto di grossa cilindrata, e sulle 133 intestate a persone fisiche, ben 42 appartengono a persone che, negli ultimi due anni, hanno dichiarato 1.800 euro lordi al mese. Non c’è che dire: gente “risparmiosa”. Quello che non va, in questo Paese, sono le situazioni di privilegio quasi medievale. Ma non castale. Faccio un esempio. Il commerciante al dettaglio di Cremona deve stare molto attento a rilasciare sempre ricevuta o scontrino fiscale: e, si badi bene, è giustissimo. Ma il commerciante di Cortina (o di Porto Cervo o di Capri o … fate voi), quando accade che ci siano controlli che lo obbligano ad emettere ricevuta, aumenta il fatturato del 400%. Delle due, l’una: o la presenza della Guardia di Finanza eccita talmente i consumi, che gli incassi crescono vertiginosamente (magari ci sono finanzieri tipo star di Hollywood … chissà), oppure qualcosa non quadra. Il blitz intelligente e mirato di Cortina dà veramente l’idea del volume di privilegio intoccabile (finora?) che c’è nel nostro Paese. Il contribuente onesto si indigna, giustamente. Gli chiedono ulteriori sacrifici, e poi si leggono notizie del genere. Allora, ben vengano i controlli, mirati e “chirurgici”. Chi è onesto non deve temerli. Recuperare tante risorse dall’evasione e dall’elusione. Ma non basta. Con serietà e lungimiranza, proprie di chi ha responsabilità importanti, Antonio Piva dice, nell'intervista che pubblichiamo in questa stessa pagina: occorrono coesione, compattezza, innovazione, apertura internazionale. Cremona andrà a presentarsi in una vetrina d’eccezione, a New York. Se non ci apriamo ancora di più ai mercati internazionali, non ce la faremo. Senza dimenticare una vera, grande, enorme emergenza: il lavoro. Forse c’è molto da cambiare, nei meccanismi del mercato del lavoro, ma pure qui il discorso è quello delle tasse: non si risolve la questione precarizzando sempre di più il lavoratore debole, ma creando meccanismi che incentivino ad assumere. Se la gente lavora, guadagna; se guadagna, spende; se la gente spende, qualcuno ci guadagna. E così’ via. Adesso, invece, prevale la paura. Lo dice anche una nostra inchiesta. È pericoloso. Combattiamo la paura.
Daniele Tamburini
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