venerdì, gennaio 20, 2012

Nessuno

Chi mi conosce sa quanto ami le automobili, da sempre. Mi piacciono le auto e mi piace guidarle, da giovane ho partecipato a gare automobilistiche. Ma devo, dovrò farmene una ragione, almeno fintantoché non costruiranno auto non inquinanti: non possiamo più sostenere questi livelli e, soprattutto, questa qualità di mobilità. La nostra aria non lo tollera più. L’inquinamento è alle stelle, i valori delle PM10 sono preoccupanti: se ne sono accorti persino in Comune. Nell’inchiesta che pubblichiamo in questo numero, alcuni cittadini dicono, con ragioni fondate: bloccare il traffico è un provvedimento tampone, servirebbe ben altro; ad esempio, incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici. Certo che sì. Tra l’altro, il trasporto pubblico locale è stato tra i comparti più penalizzati, manovra dopo manovra. Però, è ormai palese, ormai inevitabile che dovremo cambiare abitudini. Pensiamoci un attimo: il prezzo della benzina è ulteriormente aumentato. Questo contribuisce a deprimere la mobilità, che è uno degli elementi dello sviluppo di un territorio. Allora, non sarebbe meglio investire proprio nella mobilità pubblica, rendendola più fruibile, magari gratuita: ci sono esempi in giro per il mondo, ne abbiamo parlato ampiamente, su queste pagine, qualche anno fa. Bisogna cominciare a lavorare per un modello di città da godere di più e meglio. Si parla di “città intelligenti”. È un concetto affascinante. Faccio un esempio: se hai bisogno di un certificato, non devi spostarti ma, collegandoti via internet ad uno sportello telematico, lo stampi direttamente in ufficio o a casa. A questo proposito, il Comune di Cremona ha già fatto molto. Ma molto rimane da fare. A leggere il rapporto Euromobility per il 2011, i numeri sono sconfortanti: trasporto pubblico locale ancora inefficiente nella maggior parte delle città italiane, e 8000 morti all’anno per le polveri sottili. Occorre cambiare mentalità, porsi l’obiettivo, e perseguirlo con determinazione sapendo di andare contro forti interessi: è inevitabile, non può che essere così. Ma chi è, oggi, disposto a farlo, sapendo che elettoralmente non paga?

Daniele Tamburini

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