sabato, aprile 14, 2012

Contro l’ingordigia del potere servono teste pensanti e cuori onesti

Non può essere un caso. Non è più questione di una mela marcia tra quelle sane. Ad essere infettata è l'intera cassetta: o almeno, così parrebbe. Lo pensa sicuramente l'opinione pubblica: il tasso di fiducia nei partiti è sprofondato. Partiti che hanno gettato via, dilapidato, nel corso della storia repubblicana, una partecipazione popolare davvero straordinaria. Intere generazioni, frequentando le sedi di partito, si sono formate, hanno aperto relazioni, hanno capito la realtà. Poi, un declino inarrestabile: ed ecco i vari “mariuoli” (ricordate? Lo disse Craxi di Mario Chiesa). Ma non è questione di Prima o Seconda Repubblica. Lo dice il professor Feltrin, in una importante analisi dell’identità politica della Lega che pubblichiamo in questa pagina: al di là dei singoli episodi, il problema sono le regole e il ricambio della classe dirigente dei partiti. Certo che passare da Roma ladrona a Lega ladrona è un bel salto. E i più furenti sono proprio i leghisti. Il rischio è che prevalga l’idea per cui occorra “privatizzare” la politica, considerandola un servizio alla comunità, senza oneri per lo Stato (come ha scritto Fabrizio Rondolino). I partiti dovrebbero dare soldi agli eletti a spese loro; i partiti dovrebbero essere finanziati volontariamente dai cittadini (magari con contributi fiscalmente deducibili). Dico subito che tutto questo mi fa paura. Indovinate quali partiti avrebbero più soldi, più visibilità, più tutto … Bisogna invece che la politica riscopra uno spirito di servizio che non le appartiene più. E che rispetti i cittadini, che hanno voglia di farsi sentire e farsi valere. Se la politica è un servizio pubblico, conta la qualità del servizio, e l’interesse primario deve essere quello dei cittadini. L'ingordigia di potere, di simboli di potere, di denaro per avere sempre più potere fa perdere la misura: e un Trota, bocciato tre volte all'esame di maturità, diviene consigliere regionale e “delfino” del padre. Senza fare facili ironie, invece di trote e delfini scegliamo teste pensanti e cuori onesti.

Daniele Tamburini

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