Nel bene e nel male, Giorgio Napolitano ha sicuramente interpretato in modo
nuovo il mandato presidenziale. In modo nuovo e in modo forte: non sarà facile
sceglierne il successore (ma in effetti, non lo è mai stato, nemmeno negli anni
passati). Leggiamo sulla stampa come dovrebbe essere il nuovo presidente: le sue
caratteristiche, il suo profilo. Deve essere sicuramente autorevole (quindi
d’esperienza? Del resto difficilmente l’autorevolezza si fonda sulle
chiacchiere); deve essere preferibilmente, anche in vista della stagione di
riforme, un costituzionalista (il Presidente è garante della Costituzione e
dell’ordinamento repubblicano). Però non un “deja vu”: per carità! Un outsider
della politica, ci dicono, una persona super partes, ma che sappia essere
arbitro e non soggiaccia alla tentazione di scendere in campo in una delle
squadre. Non deve aver rivestito importanti incarichi di guida partitica. Deve
godere, comunque, della stima della comunità internazionale (un po’ bassa,
nonostante il recente semestre italiano alla guida della UE, o forse proprio per
quello): condizione imprescindibile, quindi, la conoscenza delle lingue (almeno
tre!). Non dimentichiamo che deve avere più di cinquanta anni. Ovviamente deve
essere incensurato. E poi, finora abbiamo parlato al maschile, ma non va bene,
anzi: dovrebbe essere una donna. Ma ce l'abbiamo uno così? Esiste un soggetto
così? Certo, può darsi che esista, ma come si fa a trovarlo: un concorso di
idee? La bacchetta del rabdomante? Qualcuno ha scritto che una soluzione ci
sarebbe: mettiamo insieme tutti quei pezzi e diamo un incarico al barone
Frankenstein.
Daniele Tamburini
Daniele Tamburini
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