Sono prossime le dimissioni di Giorgio Napolitano. E sono molti i nomi che circolano come potenziali candidati
di Daniele Tamburini
Leggiamo nella Costituzione italiana, all’articolo 87: “Il Presidente della
Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Può inviare
messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima
riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di
iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di
legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla
Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati
internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere. Ha il
comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito
secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede
il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le
pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica”. Quindi, il Presidente della
Repubblica, nel nostro ordinamento, non ha un diretto ruolo di governo, ma nelle
sue mani risiede una altissima responsabilità: quella di essere, appunto, il
garante dell’unità nazionale. Ciascuno dei Presidenti che si sono susseguiti, da
Enrico De Nicola (il primo, colui che firmò la Costituzione) a Luigi Einaudi (di
lui successore, il primo ad essere eletto secondo le norme costituzionali), a
Giovanni Gronchi, Antonio Segni (dimessosi in anticipo a causa di un ictus),
Giuseppe Saragat, Giovanni Leone (anch’egli, travolto dallo scandalo Lockheed,
si dimise in anticipo), Sandro Pertini (il Presidente partigiano, il più amato),
Francesco Cossiga (l’ultimo ad essersi dimesso in anticipo), Oscar Luigi
Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napoletano (l’unico ad essere stato
incaricato per il secondo mandato), ciascuno, dicevamo, ha interpretato il ruolo
in maniera personale e caratterizzata. Ricordiamo De Nicola mentre firma,
sorridente, l’atto di promulgazione della Costituzione, attorniato da De
Gasperi, Togliatti e Terracini; Einaudi, rigoroso intellettuale liberale;
Gronchi, il primo democristiano, il cui mandato fu funestato dagli scontri di
piazza del governo Tambroni; Segni, su cui si sono addensate le ombre
dell’eversivo “Piano Solo”; Saragat, un vecchio resistente, il primo Presidente
di centro sinistra (era socialdemocratico); Leone, giurista di fama, oggi in via
di rivalutazione, ma che viene ricordato per gli scandali e per le corna
scaramantiche che era uso fare; Pertini, l’amatissimo Presidente con la pipa,
partigiano combattente, capace di discorsi memorabili come il famoso “Si
svuotino gli arsenali, si colmino i granai!”, il Presidente che esulta per
l’Italia che vince il mondiale di calcio, che saluta dolente e partecipe tanti
morti negli anni di piombo, che non risiede al Quirinale. E poi Cossiga,
personalità istrionica e controversa, il “picconatore” autore di esternazioni
che, spesso, parvero travalicare il suo ruolo. Scalfaro, uomo di fede e di
cultura, interprete del moto di ostilità del Paese verso quella politica dei
corrotti e dei corruttori che veniva alla luce (egli accompagnò la riluttanza di
Craxi a dimettersi dalla segreteria del PSI con le parole «chi ha salito le
scale del potere deve saperle discendere con uguale dignità»). Ciampi, il
livornese dal passato azionista, che cercò di vivificare negli italiani l’amor
di patria, sottolineando l’importanza del Risorgimento, della Resistenza,
dell'Inno di Mameli e del tricolore, oggetto di alto favore popolare. E, in
ultimo, Napolitano, che si è scelto il ruolo di garante di una situazione tra le
più difficili della Repubblica (con l’esplosione della crisi del 2008),
accompagnando, in modo spesso irritale e oggetto di forti critiche, un percorso
di riforme economiche e istituzionali certamente non condivise da tutto il
Paese. Chi sarà il prossimo, o la prossima, Presidente? I nomi che circolano,
più insistentemente in questi giorrni, sono quelli di Romano Prodi, Walter
Veltroni, Pierluigi Bersani, Mario Draghi, Emma Bonino, Anna Finocchiaro e
altri. In ogni caso, colui che sarà, dovrà fare i conti con una situazione
difficilissima. Presumibilmente, sarà Presidente con la riforma istituzionale
che toglie al Senato la caratterizzazione elettiva a suffragio universale. Dovrà
vedersela con l’Europa del rigore, spesso, a senso unico. Con l’intenzione di
fare un piccolo sondaggio, ho chiesto ad alcune persone (scelte tra i miei
contatti di facebook e comunque tra coloro che si interessano di politica,
perché ne sono parte attiva, per passione o perché sono cittadini interessati
alla propria sorte): “Chi vorresti come presidente della Repubblica?”. Qualcuno
mi ha fatto notare che, tra coloro che hanno risposto, prevalgono persone più
vicine al centro sinistra. Il motivo risiede nel fatto che alcune persone
notoriamente simpatizzanti della destra non hanno risposto o hanno gentilmente
declinato l’invito. Ecco le risposte. Caterina Ruggeri «Vorrei Bersani. Persona
seria, stimata, competente e con un grande rispetto delle istituzioni. Ha 63
anni: l’età giusta, non voglio un ottuagenario». Franco Albertoni «Direi che la
senatrice Anna Finocchiaro potrebbe sicuramente essere una ipotesi
interessante... ». Patrizia Signorini «Come presidente della repubblica vorrei
Riccardo Muti. Uomo non compromesso e la cui storia professionale parla al mondo
dell'identità culturale italiana. Cosa che nessuno dei candidati sopraelencati
può minimamente rappresentare. Anzi: sono totalmente il contrario dell'animo del
nostro paese». Alessandro Carpani «Prodi, Padoan, Bersani, Finocchiaro? No,
grazie. Chi ha voluto l'euro e ha ucciso il nostro Paese non può rappresentare
l'Italia, no ai servi di Bruxelles. Io vedrei bene al Colle una mamma
disoccupata con figli, perché solo chi sa cosa vuol dire vivere nelle difficoltà
può rappresentare al meglio questo Paese». Deo Fogliazza «l mio candidato é
Romano Prodi. Ha grande esperienza internazionale (Presidente Commissione
Europea, Alto Rappresentante ONU in diverse aree d Crisi nel mondo), è stato per
due volte Presidente del Consiglio, è economista di fama internazionale, è stato
il padre fondatore del PD ed ideatore di una delle poche novità politiche:
l'Ulivo. Si è definito "cattolico adulto" dunque rispettoso della massima "Dare
a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio ciò che è di Dio". Potrebbe/dovrebbe
raccogliere le simpatie di gran parte del PD, del M5S, di SEL, di Italia Civica.
Con Prodi l'Italia sarebbe più forte e rispettata nel mondo». Benito Fiori
«Viviamo uno dei più bui momenti della politica e della nostra storia e la
personalità chiamata a tanta responsabilità dovrebbe godere della stima di ogni
parte politica e che però non vedo. Almeno dovrebbe avere, almeno, una storia
personale inattaccabile, di grande esperienza politica e di grande cultura. Le
meno lontane dal mio ideale sono la Finocchiaro e, benché indigesta
all'opposizione, Gustavo Zagrebelsky». Antonio Agazzi «Gradirei una donna,
conosciuta a livello internazionale, a 'scavalco' tra centro-sinistra e
centro-destra, conoscitrice del sistema politico istituzionale italiano, con una
storia politica alle spalle, specie in termini di impegno sul versante dei
diritti umani: Emma Bonino... ma non accadrà». Elia Sciacca «Il mio candidato
preferito è Stefano Rodotà essendo Professore di diritto costituzionale ex
presidente dell’Autorità garante della privacy, è uno degli autori della Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.Il motivo perché lo ritengo una
persona molto preparata sul funzionamento delle varie istituzioni dai toni
pacati e molto disponibile al dialogo costruttivo ». Roberto Borsella «A mio
avviso un candidato serio credibile è Casini. Lunga esperienza mediatore
intelligente...che dire... forza Casini», Federico Fasani «Come provocazione
direi Berlusconi. Ha esperienza e capacità. Come auspicio Enrico Letta. Giovane
e stimato in europa, il vero scenario politico del futuro». Giorgio Everet
«Vorrei un Presidente della Repubblica indipendente dai partiti, che pensasse al
bene dell Italia, di tutti gli Italiani». Flaminio Cozzaglio «Sceglie la
sinistra, che ha i numeri in più: spero si impegni a trovare un Ciampi; o almeno
uno che non sia stato in prima fila nelle battaglie della politica». Agostino
Alloni «Se fossi uno dei grandi elettori voterei, come Presidente della
Repubblica, Massimo Gramellini. Siccome non avrà il consenso necessario voterei
in seconda battuta Romano Prodi. MI sarebbe piaciuto votare per una donna che
però fatico ad individuare, Emma Bonino non mi pare più una candidatura adeguata
alla difficile situazione in atto». Carlo Malvezzi «Ad essere sincero non mi
entusiasma nessuno dei nomi che circolano in questi giorni. Molti hanno un
sapore antico, altri non hanno dimostrato la necessaria autorevolezza per
ricoprire un ruolo di così grande prestigio. Se potessi indicare figure a mio
giudizio adeguate proporrei Gianni Letta o Lorenzo Ornaghi per il loro
equilibrio, preparazione, rispetto nei confronti di tutti e alto senso dello
Stato, ma, essendo candidature improbabili, vedrei meglio di altri Mario
Draghi». Giuseppe Trespidi «Il prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere
giovane vicino ai 60 anni, espressione della Politica: ancorato ai principi
della Costituzione, rispettoso delle Istituzioni, con un prestigio nazionale e
internazionale riconosciuto. Che abbia nel corso della sua vita dato
dimostrazione di rettitudine e capacità politica. In quel ruolo vedrei bene
Pierferdinando Casini». Giovanni Biondi «Il mio candidato per la Presidenza è
Massimo Cacciari, filosofo e intellettuale, coltissimo ma attrezzato e
competente rispetto alle liturgie della politica; sarebbe una Presidenza
originale, moderna e innovativa». Carlalberto Ghidotti «Il nome, lo
sappiamo, non sarà deciso da Forza Italia. Il mio auspicio è che sia individuato
un soggetto slegato dalla vecchia politica e che risponda a valori trasparenti e
liberali, in grado di garantire una presidenza davvero super partes». Iago
Iachetti «Vorrei Pierluigi Bersani... l'uomo che riunisce l'Italia e la "ditta".
Giancarlo Schifano «Credo che il prossimo Presidente della Repubblica sarà
Bersani, un uomo delle istituzioni che ha contribuito volendo o nolendo
all'ascesa politica di Renzi e ha saputo fare un passo indietro quando ha visto
che il partito era spaccato. Sicuramente è il giusto riconoscimento nei
confronti di una persona perbene,in grado di essere il garante della
Costituzione». Roberto Vitali «Fare retorica elencando quali caratteristiche
dovrebbe avere il nuovo Presidente o chi non dovrebbe essere tra i nomi che
circolano e fin troppo facile. Allora, senza alcun timore di critica, dico
Roberto Benigni». Roberto Poli Credo che Romano Prodi per la sua storia e la sua
competenza abbia il profilo ideale del prossimo Presidente della Repubblica
Rosita Viola «Vorrei Laura Boldrini perché ha esperienza europea ed
internazionale. Ha il senso delle istituzioni ed è attualmente una persona che
ha dimostrato di saper fare il Presidente della Camera con equilibrio e in
dialogo con tutto il Parlamento. Conosce e riconosce i valori costituzionali in
particolare il principio di solidarietà assolutamente necessario in un periodo
di crisi generale per "restare umani"». Michele De Crecchio «Tutto sommato,
sarei per indicare il buon Prodi, persona seria e consapevole, anche se modesto
comunicatore, come purtroppo lamentava anche Montanelli». Gabriele Piazzoni «Il
mio candidato presidente è Romano Prodi, persona onesta, con un grande carisma
internazionale, simbolo vivente di un centrosinistra che non ha bisogno di fare
patti del nazareno e altri indicibili accordi per dare un governo al paese. Una
persona che ha saputo dimostrare nei suoi ruoli di governo di avere un altissimo
rispetto delle istituzioni repubblicane, e che quindi può ridare il necessario
credito alla politica italiana. Inoltre, per aumentare il peso dell'Italia nella
difficile trattativa per la modifica dei vincoli economici europei, nessuna
persona è più indicata di colui che seppe portare il nostro paese all'interno
dell'eurozona ». Anselmo Gusperti «Propongo una rosa di tre nomi: Bonino,
Grasso, Draghi. Bonino: donna, di assoluto livello, conosciuta e stimata in
tutto il mondo, istituzionalmente affidabile. Ma é invisa alla Chiesa ed ai
cattolici intransigenti, che pure sono una parte consistente degli italiani;
Grasso: già vice naturale della carica, uomo istituzionale, costituzionalmente
affidabile, ha già dato buona prova nel reggere il Senato, imparziale; Draghi:
di assoluto prestigio, ma sta facendo il bene dell'Italia e dell'Europa là dov'é
e lì dovrebbe rimanere». Francesco Zanibelli «Per quanto riguarda la questione
presidenza della repubblica, credo che Mario Draghi possa essere il nominativo
più indicato per il prestigioso incarico. Certamente si potrà dire di lui che è
molto vicino a quel potere europeo e sovra europeo del quale una dolorosa
testimonianza è rimasta col governo Monti, tuttavia la sua competenza e la sua
autorevolezza potrebbero appresentare il nostro Paese meglio di altri candidati
di cui su legge in questi giorni».
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