La fine del 2014 e l'inizio del 2015 sono stati caratterizzati da sciagure
nei trasporti, terribili sul piano umano e cariche di domande su come vada
questo nostro mondo (ci sono esseri umani che possono scomparire senza che se ne
sappia nulla). Ma il dibattito politico, ormai, è in fibrillazione sull'elezione
del (o della?) Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano lascia, lo ha
annunciato ufficialmente. Ai posteri un giudizio definitivo sulla sua opera, un
settennato più uno scampolo. Per molti è stato un elemento di riferimento
importante ed autorevole; per altri, non ha interpretato al meglio il ruolo
super partes che la Costituzione attribuisce a tale figura, dando l'impressione,
in più di una occasione, di sostenere, costi quel che costi, le scelte di chi
governava, come le uniche possibili. D'altronde, il tutto sta nella biografia di
Giorgio Napolitano, uomo d'ordine fin dai tempi delle epurazioni nel PCI
napoletano. E adesso? Le candidature autorevoli non mancano: lo dimostra anche
il breve sondaggio informale che pubblichiamo. Romano Prodi, Pierluigi Bersani,
Anna Finocchiaro, Emma Bonino, Mario Draghi..., tutte persone assai qualificate
e capaci. Ma, se qualcuno avesse dubbi su quanto possa essere bizzarro questo
nostro Paese, la notizia, sotto traccia, più eclatante è quella di un possibile
accordo tra Pd e Pdl su Romano Prodi. Proprio lui, colui che Berlusconi vede
come il fumo negli occhi e che, nello scontro diretto, lo ha sempre battuto? E
Prodi accetterebbe, dopo l'agguato che subì? Ma in politica, si sa, perlomeno in
quella di oggi, è meglio non avere né ricordi né rimpianti. È l'eterno presente,
lo abbiamo già detto. Sta di fatto che Prodi, ultimamente, è sempre più critico
rispetto alla politica della U.E. La sua opinione è più che condivisibile: il
rigore a senso unico strozza ogni possibilità di ripresa, e la Germania dovrebbe
ricordare quando, per fronteggiare un momento eccezionale, ottenne
l'allentamento dei vincoli. Io credo che i governi di Prodi siano stati
importanti per il Paese. Soltanto con I suoi governi diminuì il debito pubblico.
L'uomo è stimato: anche se critica la politica di austerity, non può certo
essere giudicato un allegro scialone. Potrebbe essere lui la figura autorevole
per ottenere un cambio di passo? Il semestre di presidenza italiana, a parte
l'assicurare un buon posto a Federica Mogherini, non ha sortito grandi effetti.
In Europa, in Italia, ovunque servono autorevolezza e preparazione. L'incertezza
che ancora permane sulla sorte di chi era imbarcato sulla Norman Atlantic non
deve essere metafora per il nostro futuro.
Daniele Tamburini
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