La ministra Fornero ha scoperto che, in Italia, si guadagna poco. E male. Siamo, sotto questo aspetto, al 22° posto nella classifica dei 34 Paesi industrializzati. In compenso, “godiamo”, si fa per dire, di un alto prelievo fiscale e contributivo, di almeno 11 punti superiore rispetto alle medie OCSE. Non male. Ci dicono che è alto il costo del lavoro per unità di prodotto: cioè, esiste un grave deficit di produttività. Non siamo competitivi. Ed è qui che si dovrebbe, ci dicono ancora, intervenire per favorire la ripresa. Intervenire sì, ma seriamente. La parola “serietà”, però, non trova casa tanto facilmente qui da noi. Qui da noi in Italia, qui da noi a Cremona. Facciamo un esempio: è serio che si voglia proseguire imperterriti sulla strada della società mista per la gestione dell’acqua? Scusate, forse ci ripetiamo, ma non c’è stato un referendum che ha detto no, l’acqua deve essere pubblica? Non si scherza con la democrazia. Il potere politico diventa arrogante, quando non rispetta le scelte popolari; quando se ne infischia delle maggioranze, quando vuol convincere che l’interesse di pochi faccia l’interesse di tutti. Il fatto è che le persone brave nel riuscire a far credere, sono poi quelle che eleggiamo. Quelli meno bravi si riconoscono subito: basta osservarli con attenzione. Come certi sindaci che, costretti per dovere di appartenenza politica a schierarsi a favore della gestione mista, una volta intervistati, non riescono a nascondere il proprio imbarazzo. Il presidente Salini invece è molto bravo, e nell’intervista che pubblichiamo, prende spunto dal forte ridimensionamento delle Province – quasi una sparizione – previsto dalla manovra Monti, per dire: le risorse pubbliche, ormai, sono talmente scarse, che è impensabile pensare alla gestione pubblica di beni e servizi. Sono talmente scarse che – pare si possa leggere tra le righe – è inevitabile che certi enti spariscano, e venga favorito, in taluni casi, il privato. Non siamo d’accordo. Io non ho visto grandi vantaggi nella privatizzazione dei servizi pubblici. Voi? Noi tutti speriamo, invece, che la crisi e l’assenza di risorse possano risolversi per il meglio ed è per questo che tenacemente lavoriamo e ostinatamente ci impegniamo con tutte le nostre energie. Le ferite alla democrazia, quelle no, non si risolvono. E’ ora di dire basta.
Buon Natale a tutti.
Daniele Tamburini
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