Il governo Monti ha fatto presto, specie se si considerano i tempi della politica italiana: nonostante le proteste, le sconfessioni, i veti incrociati, la manovra è stata partorita e presto sarà presentata per il voto in Parlamento, forse con la fiducia. Nel frattempo, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Alcune cose le capisco: per esempio, è ovvio che i sindacati condannino quella parte, che è davvero pesante, riguardante gli interventi sulle pensioni. Loro fanno il loro mestiere, che è quello di tutelare chi lavora. E anche Monti fa il suo mestiere, che è quello, in questo momento, di rimettere insieme i cocci di un’Italia messa proprio male. A questo proposito, mi viene in mente Manzoni che parlava della misera sorte di un vaso di coccio stretto tra vasi di ferro; ma se un vaso di coccio urta contro altri, fatti di altrettanto coccio, il risultato è lo stesso: va in frantumi. Fuor di metafora, se in Europa non ce n’è uno che stia davvero bene, questo però non vuol dire che mal comune faccia mezzo gaudio, anzi. E il mestiere di Monti, intanto, non era e non poteva essere quello di fare riforme epocali, ad esempio la patrimoniale. Alcuni mi dicono: ”Monti mi sta deludendo, dovrebbe essere più duro e intransigente… “Intanto, Monti risponde ad un Parlamento che è sempre quello, votato dal Paese, espressione di realtà sociali, economiche e politiche ben precise. Non chiedete a Monti di fare una manovra di “sinistra”, non è la persona giusta. Se mai i partiti di sinistra dovessero vincere le prossime elezioni, a loro dovrete chiedere. Ripeto: la maggioranza degli italiani ha votato questo parlamento, e Monti deve ovviamente tenerne conto. Ma, se il mandato popolare è sacrosanto, allora lo deve essere in tutti i campi e in tutti i pronunciamenti. Se un referendum molto partecipato si è espresso chiaramente contro la gestione privatistica dell’acqua, vorremmo dire al presidente Salini che non è molto corretto, forse, cercare di aggirare tale scelta, chiara e univoca. Si adombrano già sospetti: “A chi giova?” E dunque, a ciascuno il suo: a Monti le misure da presentare ad un Parlamento che, fino a pochissime settimane fa, sosteneva il centro destra di Silvio Berlusconi, a Salini il compito di rispettare le scelte del popolo sovrano e di 102 sindaci.
Daniele Tamburini
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