di Daniele Tamburini
Avremo modo di riflettere e discutere sulla fine del governo Berlusconi, nei suoi effetti immediati e nella prospettiva storica di un'esperienza che ha sicuramente segnato il suo tempo. Ma ora, occorre agire. Velocemente. Il momento è "delicatissimo e cruciale", come ha ottimamente sintetizzato il presidente Giorgio Napolitano. Cosa fare? Quali interventi dovranno essere prioritari? Lo chiediamo al professor Paolo Manasse, docente di politica economica presso l'Università di Bologna e collaboratore del periodico on line lavoce.info.
Professor Manasse, la situazione economica del nostro Paese è molto difficile, aggravata da una forte e per certi versi inedita crisi politica, dagli esiti comunque incerti. Quali sono le misure più urgenti da assumere?
«La base d'azione è racchiusa nella famosa lettera che la Commissione europea ha inviato al Governo italiano. Si dovrà partire dalla riforma delle pensioni di anzianità, eliminando i numerosi privilegi di parecchi pensionati, che vanno a scapito dei giovani. Altro punto su cui lavorare deve essere la riforma del contratto del lavoro: si dovranno aumentare le garanzie dei precari, togliendone a quei lavoratori che ne hanno troppe. Ciò si potrà realizzare ad esempio concordando un contratto pubblico unico, che inquadri tutti i lavoratori e che preveda garanzie crescenti con l'avanzare degli anni di lavoro. In questo modo tutti i lavoratori avrebbero la stessa dignità e si eliminerebbe il divario tra le generazioni. Poi ci sono le riforme a costo zero, come togliere le rendite di posizione di cui godono parecchie categorie professionali, dagli avvocati ai giornalisti: categorie che sono vere e proprie caste e limitano l'ingresso dei giovani a questi settori. Bisogna puntare anche sulle privatizzazioni, soprattutto delle società di servizi, che spesso sono gestite male e con tariffe molto elevate, favorendo la concorrenza e l'abbassamento dei prezzi. E' da riformare il sistema delle tasse, partendo dalla caccia all'evasione fiscale. I mezzi ci sono, tanto più che la maggior parte delle transazioni è rintracciabile. Inoltre l'agenzia delle entrate ha il potere di controllare i conti correnti dei contribuenti senza dover chiedere permessi alla magistratura, e questo velocizza i controlli. L'economia sommersa è stimata a un valore pari al 20% del Pil, e farla emergere permetterebbe di migliorare la situazione del debito pubblico. Con tutte questi provvedimenti, l'Italia potrebbe riprendere efficacemente il consolidamento dei propri conti pubblici, e iniziare a percorrere un sentiero di crescita.
La sua opinione sulle misure richieste dalla U.E.?
«Sono esattamente le cose che l'Italia dovrebbe chiedere a sé stessa e che la classe politica avrebbe dovuto realizzare già da 20 anni per il bene del Paese, ma che nessuno ha mai voluto fare. Quelle misure sono anche l'unico modo per tornare a crescere e non cadere in quel default che si fa sempre più vicino ».
Per contrastare la crisi occorrono misure strutturali, ma anche valorizzazione di competenze e professionalità. Invece, assistiamo spesso ad un vero e proprio "spreco di capitale umano", a cominciare dai giovani. E'
così?
«L'Italia non è un paese per giovani. Essi sono penalizzati sotto molti punti di vista. A partire dal mondo del lavoro, visto che il 30% di loro è disoccupato, ma anche dal punto di vista dell'istruzione, visto che chi sceglie di studiare non ha un guadagno molto superiore rispetto a chi non lo fa. Per non parlare dei salari
da fame, della precarizzazione selvaggia che ha prodotto disuguaglianze tra le generazioni, con stage e lavori sottopagati e senza i diritti che ogni lavoratore dovrebbe avere. E quando andranno in pensione, esse saranno irrisorie, mentre oggi ci sono persone che percepiscono molto più dei contributi che hanno pagato».
A suo parere, l'incarico al professor Monti è un fatto che permetterà un nuovo percorso per il Paese?
«Il problema è proprio questo: per mettere in atto le riforme necessarie bisogna sacrificare gli interessi di determinate categorie, e quindi di numerosi elettori. Dunque l'unico che può fare il "lavoro sporco" è chi non ha necessità di essere rieletto, e che quindi non deve accontentare nessuno. Bisognerà quindi vedere quanto i partiti saranno disposti ad appoggiare un Governo che dovrà chiedere sacrifici. C'è una frazione del centrodestra che non è molto disponibile ad appoggiare un nuovo premier, e che lo considera alla stregua di un usurpatore. Inoltre bisognerà vedere quanto saranno disponibili a mandar giù certe misure che per gli stessi partiti sono un sacrificio, sia a destra che a sinistra. Essi dovranno saper ingoiare questi rospi, che sono necessari. Se invece la politica vorrà portare avanti il boicottaggio del governo tecnico, farà colare a picco il Paese. Credo che ormai questa sia l'ultima spiaggia per l'Italia. Il centrodestra ha fallito nella sua opera di ammodernamento del Paese, e il centrosinistra è diviso. Se Monti non riuscirà a fare queste riforme nessuno comprerà più i nostri titoli, e non avremo più i soldi per rimborsare gli interessi, che sono sempre più alti. Tutto ciò porterà a grossi problemi per le banche, e di conseguenza anche per le aziende, scatenando una grande crisi economica e sociale».
Dunque il default non è un'ipotesi poi così lontana...
«No, anzi, è una possibilità molto vicina per noi. Se la Bce smettesse di comprare i titoli italiani difficilmente l'Italia troverebbe altri creditori».
Una valutazione: c'è speranza che l'Italia possa ripartire? Ce la possiamo fare?
«La speranza di ripartire c'è, perché abbiamo dei buoni fondamentali, come una solida base produttiva e un tessuto industriale valido. Questo ci permette di avere buone speranze. Però ci sono anche cose che ci fanno male, come questo debito pubblico elevatissimo. Dunque tutto sta, come ho detto prima, alle riforme strutturali: se riusciremo a farle, e a mettere in atto i tagli necessari nel modo più equo possibile, ce la faremo sicuramente. Questo però sarà possibile solo se Monti verrà supportato dalla politica».
Tra i ministri recentemente nominati c'è anche Elsa Fornero, che ha assunto l'incarico di ministro del lavoro e che fa parte del gruppo de lavoce.info. Può dirci qualcosa di lei?
«L'ho incontrata diverse volte, e ritengo che sia un'economista molto preparata, esperta di welfare e sistema pensionistico, E' una donna che ha già avuto diversi incarichi importanti, in passato, e ritengo sia una persona qualificata e con buone competenze professionali.
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