A meno di un inopinato cambio di stile, il governo Monti sembra quanto di più lontano possa esserci dalla politica spettacolo a cui ci siamo assuefatti, chi più chi meno, negli ultimi anni. Una cosa è certa: in questa squadra di governo le competenze non mancano certo. Qualcuno già parla di forti contatti con i cosiddetti “poteri forti”, qualcun altro si chiede che cosa possa cambiare con un premier che è uomo assai vicino a quel potere - o strapotere – della finanza che molte responsabilità ha nella crisi attuale, italiana, europea e mondiale. Certo è che competenza ed esperienza non mancano. E finalmente, abbiamo tre donne in altrettanti ministeri di gran peso e prestigio: giustizia, interni, welfare e lavoro. Ha detto il neo premier che si tratta di «personalità femminili». Beh, questo è senz’altro un segno di grande discontinuità con un recente passato. È il governo delle istituzioni, quantomeno della istituzione per eccellenza, la Presidenza della Repubblica. L’anziano Presidente Napolitano ha affrontato una fase difficilissima e tesa con le energie ed il piglio di un trentenne: chapeau. Nel passaggio al Senato, il premier Monti ha parlato di crescita e di sviluppo, si è soffermato sui giovani e sulle donne. Un governo di “impegno nazionale”. Ha sintetizzato così il programma la neoministro al welfare e lavoro Elsa Fornero: risanamento, crescita ed equità. E ha aggiunto: “Non useremo l’accetta”. È ovvio, il governo di un Paese moderno e democratico non può avere un segno dispotico e populista. A questo proposito, Non è un bel segnale che Berlusconi abbia dichiarato che Monti è (praticamente) sotto tutela, per non dire ricatto: “dura quanto vogliamo noi, decideremo anche in base ai sondaggi”. Ora, non credo che alla Bce, per continuare a comprare i nostri titoli di Stato, interessino più di tanto i sondaggi. E neppure alle aziende, ai giovani che hanno idee ma non sanno come realizzarle, agli imprenditori che vorrebbero rischiare ed investire, ma che peregrinano tra le banche per cercare credito, agli operai ed ai tecnici che vorrebbero tornare nelle loro fabbriche, a tutti coloro che vorrebbero lavorare, anche duramente, ma avere un orizzonte, uno sguardo sul futuro. Berlusconi continua a parlare di riforma della giustizia e di intercettazioni: forse anche questi temi interessano relativamente l’Europa, le nostre parti sociali, e, penso, anche la popolazione. Monti ha detto che occorre ritrovare il senso dello Stato: quello Stato che non è né delle banche né della piazza, né della destra né della sinistra, ma che è tutti noi.
Daniele Tamburini
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