Non mi piace molto l’espressione “giacimento culturale”, ma certo è significativa per segnalare subito l’importanza della cultura nella economia moderna: al pari, e forse in misura maggiore, di un giacimento di combustibili fossili. La cultura e le opere d’arte sono un tesoro da valorizzare: me ne sono reso conto in maniera lampante durante un recente viaggio a Firenze. Lì respiri cultura e arte a ogni angolo di strada; la Firenze dei Medici, dei Dante, dei Michelangelo è il loro petrolio, è il nostro petrolio. Salvatore Settis parla di cultura come bene comune, e non a caso, dice, la nostra Costituzione è così saldamente ancorata al tema del diritto alla cultura. Si dirà: va bene, ma Firenze è Firenze, Pompei è Pompei … Cremona, per dire, potrebbe vivere di cultura? Beh, solo di cultura forse no, ma tanto si potrebbe fare. E farebbe bene colui che sarà eletto sindaco di Cremona a adoperarsi per valorizzare le nostre bellezze, diffonderne la conoscenza, per richiamare turismo e risorse... sarebbe di grande aiuto all'economia cittadina. Oreste Perri ha dichiarato, durante la presentazione della sua lista, che ha intenzione di puntare molto, in caso di rielezione, sulla cultura: sul “marketing culturale” come dice lui: “Certo, per portare i turisti a Cremona, ma anche per la gioia di condividere le bellezze della città, perché Cremona è una città da amare”. È un bel concetto. Vorrei ribadirlo: la cultura non è soltanto marketing culturale, ma amore e rispetto per il bello, per la storia, per i monumenti e le rive del fiume, per la storia delle generazioni che si sono succedute, per la cucina e per la musica, e ancora e ancora. Tutti i territori hanno i loro tesori da valorizzare. Cremona non sarà Firenze, ma ha i suoi. Perché “Cremona è una città da amare”.
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