Brutta storia, quella degli arresti legati all’Expo 2015. Anche questo giornale ha più volte ospitato interventi del mondo politico, economico, imprenditoriale in cui ci si augurava che l’Expo potesse essere una grande occasione per il territorio e per il sistema Italia: una vetrina, un esempio, un traino. Invece di “magnifiche sorti e progressive”, si sono intanto aperte le porte del carcere. La corruzione, per il nostro Paese, è una specie di condanna biblica? Oggi,la massa di informazioni al pubblico, rese disponibili sui siti web dalle amministrazioni pubbliche, è enorme: la normativa anticorruzione impone di pubblicare ogni erogazione, a qualsiasi titolo, sopra i mille euro. Tutti gli incarichi, tutti gli appalti devono essere visibili, consultabili, leggibili. Eppure, gli arresti, in quello che doveva essere il fiore all’occhiello italiano, ci sono stati. Cosa deve accadere, perché il malcostume cessi? Se non bastano le leggi, se non bastano gli arresti, se non bastano le varie Tangentopoli scoperte? Poi ci si stupisce della fiacchezza con cui la gente segue il percorso delle elezioni, poi ci si lamenta dell’assenza di partecipazione. E che cosa accadrà, se, come pare, man mano che si va avanti voteremo sempre meno e ci saranno sempre più nominati? Il voto dovrebbe essere l’arma più potente in mano al popolo: ti scelgo, ti do la mia fiducia, e, se mi deludi, non ti voto più. Ma non è così: la legge elettorale non mi consente chi scegliere, e, comunque la si metta, voteremo meno: non più per le Province, forse, non più per il Senato. Io cerco di riconoscere le posizioni giuste dove credo che siano, e in questo caso mi dico d’accordo con Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, quando afferma: “Se un’istituzione è necessaria, bisogna mandarci persone elette; altrimenti, la si toglie. Se il Senato è necessario, lo si elegga; altrimenti, lo si abolisca”. Se qualcuno deve decidere per me, io preferisco poterlo scegliere. Magari mi illuderò, ma avrò sbagliato, caso mai, con la mia testa.
Nessun commento:
Posta un commento