Avevamo scritto, nel precedente numero, dell'incertezza con cui Cremona si apprestava al voto amministrativo: si notava, però, una certa difficoltà di Perri e una buona marcia di Galimberti. E infatti il risultato delle urne ha confermato quello che i più avevano immaginato: un primo turno a favore di Gianluca, che distanzia Oreste di ben 12 punti in percentuale. Adesso, l'8 giugno, andiamo al ballottaggio: la prova finale, senza possibilità di appello. E mentre Galimberti continua a percorrere, coerentemente, la propria strada, e cioè nessun apparentamento con altre forze, ma seguitare a privilegiare il confronto su idee e programmi, Perri, calcolatrice alla mano, cerca, legittimamente, di imbarcare sulla propria “canoa” più gente possibile. Ed ecco che, infatti, miracolosamente si aggrega la Lega (dopo l'intervento del segretario Matteo Salvini) con gli annessi dolori di pancia e si apparenta in extremis anche Agostino Melega e la sua lista Cremona Libera con Zagni. Ripensando ai toni, anche molto duri, espressi nei confronti dell'ex sindaco, con cui sia la Lega sia lo stesso Melega hanno iniziato la campagna elettorale, invidio Perri e il suo stomaco, che deve essere di ferro, e invidio la sua pazienza olimpica. Ma si sa, la posta in gioco è alta, e val bene qualche rospo da ingoiare. I programmi di entrambi li conosciamo: adesso si tratta di scegliere, comunque tra due galantuomini, tra un'idea di rinnovamento che guarda al futuro con concretezza e una continuità di intenti per certi versi rassicurante. Chi vincerà? Un fattore importante, anch'esso in grado di condizionare il risultato finale del ballottaggio, sarà il calo dell'affluenza, che non do per scontato. Nel 2009 se ne avvantaggiò Perri, questa volta credo che ne trarrebbe vantaggio Gianluca Galimberti. In questa campagna elettorale ho visto la partecipazione di tanti giovani, appassionati alla sfida, e questo è senz'altro positivo.
Daniele Tamburini
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