sabato, maggio 24, 2014

«Subito un patto per il lavoro: in città è una grande emergenza»

Gianluca Galimberti chiude la propria campagna elettorale, con la festa in programma in piazza Stradivari venerdì, dalle 17 alle 22. Una campagna elettorale che è partita con largo anticipo e che ha puntato molto sul lavoro dei volontari. Tantissimi gli appuntamenti e gli incontri del candidato sindaco con tutta la Città.Galimberti, ci fa un primo e breve bilancio di questa campagna elettorale, per lei immagino intensa... 

«Questi mesi di campagna elettorale mi hanno cambiato in meglio perché ho incontrato il meglio delle persone. E' stata una campagna nuova, trasparente, sobria, condotta con entusiasmo e competenza. Non abbiamo mai alzato i toni, non abbiamo fatto polemiche. Non per buonismo, ma per raccontare un nuovo stile che sarà anche il metodo di governo della città: saper prendere decisioni, ascoltando i cittadini e costruendo progetti concreti. I numeri? Dopo le primarie, gli incontri sono stati 191, oltre 3.100 le persone incontrate. Il sito ha fatto 104.869 visualizzazioni di pagina. Come coalizione abbiamo speso circa 16.000 euro per l'intera campagna elettorale, mentre la mia lista Fare nuova la città fin dall'inizio ha pubblicato spese ed entrate sul sito». 
Cinque anni fa Perri era “il nuovo che avanza”, ovviamente per quanto riguarda il progetto di amministrazione. Stavolta questo appellativo spetta a lei: una responsabilità non da poco… 
«La novità è una delle parole chiave che noi, in questa campagna elettorale, abbiamo trasformato in azione. Una novità di metodo, innanzitutto. Quello dell'ascolto-azione, ovvero coinvolgere i cittadini per poi elaborare progetti concreti, mettendo insieme idee competenti e seria partecipazione. Trasparenza, entusiasmo e sobrietà sono stati gli altri elementi di novità che noi porteremo al governo di questa città». 
Da più parti si avanzano dubbi sulla tenuta di una coalizione, quella di centrosinistra, che vede insieme anime molto diverse, dalle più moderate e cattoliche a quelle più a sinistra: come riesce a tenere insieme un gruppo con tante diversità? 
«Da più parti e in più occasioni, abbiamo sempre ribadito che siamo una coalizione unita, perché costruita sui contenuti e non sui tatticismi politici. Con le altre forze della coalizione ci sono davvero tantissimi punti in comune, dalla coesione sociale alla trasparenza, dal welfare di comunità alla legalità. Le forze della coalizione e le persone che le compongono arrivano da storie diverse, certo. Ma questa diversità è anche ricchezza e c'è l'intelligenza e la volontà di lavorare insieme per il bene della città. Questo è ciò che ci unisce». 
La possibilità di istituire un registro delle unioni civili viene fortemente caldeggiato da taluni e guardato con diffidenza da altri. Cosa pensa di fare? 
«Ho perso il conto di quante volte, dall'inizio della campagna elettorale, ho già risposto a questa domanda. Il registro delle unioni civili non mi sembra uno strumento concreto, ma ne capisco anche il significato simbolico. Si vorrebbe che su questi temi solo l’opinione di un sindaco contasse? Non sarà così. Questo è il tempo del confronto, il mio impegno, anche in luoghi istituzionali come il Consiglio comunale, sarà quello di garantirlo. Contrapposizioni ideologiche senza capacità di confronto hanno spesso impedito di costruire soluzioni: forse anche per questo la centralità della famiglia è spesso solo nelle dichiarazioni strumentali di alcuni e l’affermazione di diritti sociali importanti non è ancora raggiunta. Concretezza nel combattere le discriminazioni e nell’adottare vere politiche rivolte alle famiglie e volontà di confronto civile, senza slogan, nelle istituzioni prima che nelle piazze, sono una risposta chiara, frutto di un percorso lungo e di esperienza personale». 
Alcuni sondaggi la danno decisamente avanti rispetto al suo avversario, Oreste Perri. Secondo lei si andrà al ballottaggio o pensa di poter vincere al primo turno? 
«Noi speriamo di vincere al primo turno. Abbiamo percepito grande e crescente entusiasmo in questa nostra campagna elettorale. Certo, ci rendiamo conto che undici candidati sindaci sono davvero molti. Per noi, questo è indicazione della frammentazione che c'è in città. Se si andrà al secondo turno, affronteremo i prossimi quindici giorni con lo stesso entusiasmo, la stessa carica di novità e lo stesso impegno ad unire le forze». 
Parliamo di programma: il suo motto, “Fare nuova la città”, promette grandi cose. In che modo intende rinnovare Cremona, in concreto? Cosa dovrà cambiare? 
«Dovremo cambiare tantissime cose. Due su tutte. Occorre una riforma della macchina comunale, a partire dalle energie positive che in Comune ci sono e coinvolgendo chi vi lavora. Sto lavorando alle deleghe assessorili che dovranno essere assegnate in modo tale che gli assessori lavorino insieme, facciano squadra. Solo così, a cascata, possiamo avere effetti positivi sui diversi uffici. E, secondo, lanciare un patto sul lavoro che in città è una grande emergenza. Su questo, abbiamo proposto passi concreti da fare. Ne ricordo due: dobbiamo riprendere in mano la partita di Expo perché non c'è più tempo da perdere e il Comune deve essere protagonista; dobbiamo riprendere in mano e concludere il Polo Tecnologico». 
Lei ha parlato spesso di fare rete, di lavorare insieme. Sono però le stesse cose che ha sempre ribadito anche l’attuale sindaco Perri. In che modo lei pensa di poterlo fare? Nel caso venisse eletto, che cosa farà nei primi 100 giorni? `
Quello che ha fatto questa amministrazione, come capacità di lavorare insieme, è sotto gli occhi di tutti. Noi, in questa campagna elettorale, abbiamo sperimentato come si può ascoltare i cittadini avendo un metodo e come si può far incontrare interessi diversi, per arrivare a progetti condivisi. Questo sarà il metodo che adotteremo se saremo al governo della città. Nei primi cento giorni? Elaborare un patto per il lavoro, rivedere mobilità e fare un piano della manutenzione (diciamo cosa facciamo in quanto tempo), favorire accesso al credito e riprendere in mano il fondo solidarietà, costruire più porte di accesso ai servizi e un progetto per l’infanzia».

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