Il deputato cremonese pentastellato, Danilo Toninelli: «Abbiamo incontrato un Renzi poco disposto al dialogo»
Niente di conclusivo, a oggi, nel confronto apertosi tra Renzi e il Movimento
5 Stelle rispetto alla riforma elettorale: il "Democratellum" proposto dai
pentastellati, in contrapposizione all'"Italicum" del premier. Sullo sfondo, la
governabilità del Paese, ma con la necessaria garanzia di costituzionalità della
legge elettorale. All'incontro con il presidente del consiglio era presente
anche il deputato cremonese 5 Stelle Danilo Toninelli. «Ci siamo trovati di
fronte un Renzi borioso e dall'atteggiamento dominante, che però aveva capito
ben poco dei contenuti della nostra proposta - ha raccontato Toninelli. Egli
porta avanti il suo mantra, quello di avere un vincitore la sera stessa delle
elezioni, quando in realtà non è quello che determina o meno la governabilità
del Paese. L'Italicum da lui proposto potrebbe esser dichiarato
incostituzionale, e questo ci porterebbe a trovarci nella stessa situazione in
cui ci troviamo ora con il Porcellum. In sostanza la proposta di Renzi altro non
è che un Porcellum bis». E la vostra proposta? «La nostra proposta di legge
elettorale, votata da 230mila iscritti al Movimento, garantisce invece tutti i
principi elettorali, la governabilità e la garanzia per l'elettore di scegliere
i propri candidati. Ma per noi è soprattutto fondamentale la "pulizia" delle
liste elettorali, attraverso la preferenza negativa. L'Italia non si può
permettere di tornare indietro, né di rimanere in una crisi istituzionale per 8
anni a causa del Porcellum. Non è sufficiente per noi esprimere le preferenze a
favore, ma prevediamo nella nostra proposta anche una preferenza negativa. I
partiti sono così obbligati a monte a evitare di candidare persone
impresentabili. Il nostro progetto è contro il voto di scambio. Abbiamo
disgiunto la scheda del voto al partito dalla scheda della preferenza. Questo
significa che il cittadino avrà due schede su cui votare: una sarà dedicata alla
cancellazione dei nomi dei candidati che egli considera "impresentabili".
L'altra scheda sarà quella in cui poter invece esprimere la propria preferenza,
che può essere data anche ad un candidato di un partito diverso da quello
votato. In questo modo si garantisce costituzionalità e governabilità del
Paese». Cosa succederà ora? «Il premier si è detto disponibile a fare delle
proposte di modifica. Il nostro compito sarà quello di fargli capire che dalla
democrazia pubblicitaria a cui siamo abituati, bisogna passare ad una democrazia
di contenuti. Dire che il premier dovrà essere il "sindaco d'Italia" è una presa
in giro ai cittadini, in quanto i ruoli e i compiti sono completamente diversi.
Il sindaco ha un ruolo amministrativo, il parlamento ha un ruolo legislativo. Il
ruolo del Movimento 5 Stelle è fondamentale, in questo senso: dobbiamo alzare il
livello di consapevolezza della gente, facendo sì che possa distinguere le
promesse concrete dagli spot pubblicitari». Cosa vi aspettate dal secondo
incontro che avrete a breve con Renzi? «Nel secondo incontro è fondamentale che
vengano spiegate le proposte dell’uno e dell’altro. Non vogliamo dare degli
ultimatum, il nostro obiettivo è solo quello di fare una buona legge elettorale,
che non corra rischi di incostituzionalità. Tuttavia vogliamo fare una domanda
al Pd: per quale motivo si rifiuta di inserire le preferenze nella propria
proposta di legge? Se ci chiuderanno la porta in faccia per andare avanti con la
loro idea, avranno detto no ad una forza Democratica, continuando invece a fare
accordi con una forza collusa come Forza Italia. Quando Renzi incontra il M5S
gli incontri sono resi pubblici, si possono vedere in streaming. Quando incontra
Berlusconi, invece, lo fa nel buio delle loro stanze, senza farlo sapere e
soprattutto senza rendere noto quanto si dicono».
Nessun commento:
Posta un commento