sabato, giugno 28, 2014

Democratellum: un sistema elettorale che rispetta la nostra Costituzione

Il deputato cremonese pentastellato, Danilo Toninelli: «Abbiamo incontrato un Renzi poco disposto al dialogo»

Niente di conclusivo, a oggi, nel confronto apertosi tra Renzi e il Movimento 5 Stelle rispetto alla riforma elettorale: il "Democratellum" proposto dai pentastellati, in contrapposizione all'"Italicum" del premier. Sullo sfondo, la governabilità del Paese, ma con la necessaria garanzia di costituzionalità della legge elettorale. All'incontro con il presidente del consiglio era presente anche il deputato cremonese 5 Stelle Danilo Toninelli. «Ci siamo trovati di fronte un Renzi borioso e dall'atteggiamento dominante, che però aveva capito ben poco dei contenuti della nostra proposta - ha raccontato Toninelli. Egli porta avanti il suo mantra, quello di avere un vincitore la sera stessa delle elezioni, quando in realtà non è quello che determina o meno la governabilità del Paese. L'Italicum da lui proposto potrebbe esser dichiarato incostituzionale, e questo ci porterebbe a trovarci nella stessa situazione in cui ci troviamo ora con il Porcellum. In sostanza la proposta di Renzi altro non è che un Porcellum bis». E la vostra proposta? «La nostra proposta di legge elettorale, votata da 230mila iscritti al Movimento, garantisce invece tutti i principi elettorali, la governabilità e la garanzia per l'elettore di scegliere i propri candidati. Ma per noi è soprattutto fondamentale la "pulizia" delle liste elettorali, attraverso la preferenza negativa. L'Italia non si può permettere di tornare indietro, né di rimanere in una crisi istituzionale per 8 anni a causa del Porcellum. Non è sufficiente per noi esprimere le preferenze a favore, ma prevediamo nella nostra proposta anche una preferenza negativa. I partiti sono così obbligati a monte a evitare di candidare persone impresentabili. Il nostro progetto è contro il voto di scambio. Abbiamo disgiunto la scheda del voto al partito dalla scheda della preferenza. Questo significa che il cittadino avrà due schede su cui votare: una sarà dedicata alla cancellazione dei nomi dei candidati che egli considera "impresentabili". L'altra scheda sarà quella in cui poter invece esprimere la propria preferenza, che può essere data anche ad un candidato di un partito diverso da quello votato. In questo modo si garantisce costituzionalità e governabilità del Paese». Cosa succederà ora? «Il premier si è detto disponibile a fare delle proposte di modifica. Il nostro compito sarà quello di fargli capire che dalla democrazia pubblicitaria a cui siamo abituati, bisogna passare ad una democrazia di contenuti. Dire che il premier dovrà essere il "sindaco d'Italia" è una presa in giro ai cittadini, in quanto i ruoli e i compiti sono completamente diversi. Il sindaco ha un ruolo amministrativo, il parlamento ha un ruolo legislativo. Il ruolo del Movimento 5 Stelle è fondamentale, in questo senso: dobbiamo alzare il livello di consapevolezza della gente, facendo sì che possa distinguere le promesse concrete dagli spot pubblicitari». Cosa vi aspettate dal secondo incontro che avrete a breve con Renzi? «Nel secondo incontro è fondamentale che vengano spiegate le proposte dell’uno e dell’altro. Non vogliamo dare degli ultimatum, il nostro obiettivo è solo quello di fare una buona legge elettorale, che non corra rischi di incostituzionalità. Tuttavia vogliamo fare una domanda al Pd: per quale motivo si rifiuta di inserire le preferenze nella propria proposta di legge? Se ci chiuderanno la porta in faccia per andare avanti con la loro idea, avranno detto no ad una forza Democratica, continuando invece a fare accordi con una forza collusa come Forza Italia. Quando Renzi incontra il M5S gli incontri sono resi pubblici, si possono vedere in streaming. Quando incontra Berlusconi, invece, lo fa nel buio delle loro stanze, senza farlo sapere e soprattutto senza rendere noto quanto si dicono».

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