Francesco Bordi: «Mi sono trovato di fronte un muro e alcuni membri della mia stessa Giunta davano corda alla società
L’ex assessore all’ambiente: «Che senso ha avviare dei lavori da milioni di euro per ammodernare un impianto destinato a chiudere?»
Lgh ha sempre fatto quello che voleva, senza tener conto delle indicazioni dell'Amministrazione comunale ». Lo dice l'ex assessore all'ambiente Francesco Bordi che, al termine del proprio mandato, ha da togliersi qualche sassolino dalle scarpe in merito alla questione dello spegnimento dell'inceneritore, a lungo dibattuta nei mesi scorsi. «Ho combattuto per anni contro questo atteggiamento, ma mi sono trovato di fronte un muro. A peggiorare le cose, il fatto che alcuni membri della mia stessa Giunta davano corda alla società». La situazione è questa: da un lato, a livello regionale è stato avviato l’iter di un protocollo per arrivare lo spegnimento dell'impianto; dall'altro Aem sta avviando in queste settimane il programma di miglioramento della prima linea, di cui da tempo si parlava. A questo proposito, Alessia Manfredini - consigliera comunale del Pd durante l'amministrazione Perri - aveva presentato a inizio marzo, una interrogazione, a cui la risposta è arrivata solo nelle scorse settimane; nel documento si chiedeva appunto, nell’ambito della questione degli inquinanti emessi dall’inceneritore, se fosse già stato avviato “il programma di miglioramento delle performance emissive sulla prima linea”. La risposta dell’assessorato è stata che “Aem Gestioni Srl ha già avviato il programma di miglioramento delle performance della linea 1, in ottemperanza delle prescrizioni Aia, ed è tutt’ora in corso l’iter previsto per l’assegnazione dei lavori”. Ma che senso poteva avere avviare dei lavori da milioni di euro per ammodernare un impianto destinato a chiudere? «Lgh ha disatteso quasi completamente le linee guida sui rifiuti - evidenzia ancora Bordi -. Si è parlato molto dell'inceneritore, ma non è quello l'unico problema. Di tutto quanto richiesto nelle Linee Guida Rifiuti, approvate dal Consiglio Comunale, non abbiamo ancora avuto riscontro sui diversi punti. Come estendere la raccolta differenziata con modalità porta a porta su tutto il territorio urbano, centro storico compreso; o come il passaggio dall’attuale sacco grigio per il rifiuto residuo a contenitore individuale o sacco con sistema Rfid (con chip passivo) e controllo del numero di svuotamenti. E' mancato l'avvio della sperimentazione per l’ introduzione della tariffa puntuale per le utenze domestiche e non domestiche già a partire dal 2014, in fase sperimentale e definitivamente dal 2015. Non è partita la raccolta multimateriale in base al numero di abitanti. Non abbiamo visto lo studio per l’utilizzo di impianti di selezione del materiale differenziato (plastica, carta, vetro, ecc.) per aumentare il valore del riciclato. Non si è fatta la verifica fattibilità per realizzare un impianto sul territorio provinciale, centro trattamento beni durevoli per la riparazione ed il riuso di oggetti che possono avere una seconda vita (mobili, ecc.) e possono essere reimmessi nei cicli di utilizzo. E' stata disattesa anche l'indicazione sul trattamento del rifiuto residuo, con tecnologia “trattamento meccanico biologico”». L'azienda si è limitata a far partire la raccolta differenziata porta a porta in parte della città. La mancata introduzione della tariffa individuale, peraltro, «creerà non pochi problemi sulla gestione della nuova Tari, che per i cittadini sarà una batosta. Se la nuova tariffa fosse già stata applicata, i costi per i cittadini sarebbero stati inferiori, e anche le procedure più semplici. Invece dovranno ancora pagare secondo i metri quadrati, sulla base di una legge del 1998». Il problema è della società, secondo Bordi: «Aem non ha mai avuto intenzione di mettere in atto le nostre indicazioni». Intanto, nei giorni scorsi, in Consiglio provinciale, è stato approvato il Piano Rifiuti, ma bocciato l'emendamento proposto dal Pd, in cui si chiedeva di inserire il termine di tre anni per lo spegnimento dell'inceneritore. «Il termine di tre anni non è un dato casuale: entro il 2017 l'impianto va adeguato alle prescrizioni contenute nella Via (Valutazione di impatto ambientale) - spiega ancora Bordi. Con il decommissioning le tempistiche dovrebbero essere un po' diverse. In ogni caso, non ha senso investire milioni di euro per un impianto che andrà spento. Il problema è che la società pensa a fare guadagni facili con inceneritori e discariche, mentre gli stessi guadagni potrebbero farli con metodologie nuove che puntino al riuso dei materiali, al riciclo e soprattutto a far spendere meno i cittadini». Bordi, poco prima di terminare il proprio mandato, aveva inviato una lettera ai vertici di Aem, ribadendo i problemi principali. Come quello del teleriscaldamento. E' basilare mettere in atto uno studio tecnico ed economico-finanziario volto a definire nuove soluzioni per alimentare il teleriscaldamento per la quota oggi coperta dall'impianto di incenerimento - aveva scritto. La questione è prioritaria per il nostro Comune. Sono notizie recenti le decisioni di altri condomini di staccarsi dal teleriscaldamento. Gli attuali sistemi (es. pompe di calore) offrono rese superiori al teleriscaldamento a prezzi inferiori ». Bordi fa appello a chi governerà la città: Si dovrà avviare un tavolo di lavoro aperto a tutte le forze politiche, con eventuali consulenze super partes, che studi la reale efficienza del sistema, i prezzi e soluzioni migliorative o integrative. Un approccio razionale e di buon senso, adottato dalla stessa Regione con lo studio sul “decommissioning” dell’inceneritore.. Non è più possibile frenare lo sviluppo lasciando che i costi ricadano sui cittadini, soprattutto su chi vive in condizioni disagiate. C'è poi il problema dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati. “Bisogna spingere l’acceleratore sull’efficientamento e di conseguenza sul risparmio che il singolo può avere nei consumi di luce e gas - scrive ancora l'ex assessore. Perché altre compagnie offrono kit per la sostituzione delle lampadine con luci a Led anticipando la somma necessaria e trattenendo il costo frazionandolo sulle future bollette? Oppure perché la società che eroga servizi non può funzionare come Esco ed anticipare il costo per la riconversione di impianti non efficienti e ad alto consumo con impianti di nuova generazione guadagnando sulla forbice del risparmio energetico allungando i tempi di ammortamento?. E le partecipate; non devono fermarsi su vecchie convinzioni ma devono guardare al futuro rendendo più performante e trasparente il servizio pubblico che offrono. Gli schemi convenzionali discarica/inceneritore/teleriscaldamento sono stati sorpassati dal tempo che ci ha dimostrato che non si trattava di soluzioni definitive ma di un passaggio, una strada di transito, un rimedio momentaneo, verso un processo evolutivo molto più avanzato. Bisogna aprirsi ad ogni altra possibilità, che man mano viene portata a conoscenza, senza seguire una logica di puro e solo guadagno che non ha ragione di essere nella mission di un azienda pubblica, che deve essere pubblica non solo sulla carta ma nel cuore di tutti i cremonesi
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