La nuova casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” è stata inaugurata sabato scorso alla presenza delle autorità cittadine
Soddisfazione del presidente Umberto Lonardi: «Ho voluto realizzare un sogno: una struttura che salvaguardi la dignità delle persone»
Solo tre anni per dar vita ad un progetto importante: la realizzazione della
Casa di riposo "Giovanni e Luciana Arvedi" di Cremona (ex La Pace). La
struttura, presentata ufficialmente alla città nella mattinata di sabato 21
giugno alla presenza del vescovo Lafranconi, delle maggiori autorità del
territorio e di molti cittadini, è nata grazie alla sinergia e alla volontà un
gruppo di soggetti: Giovanni Arvedi, che ha acquistato la struttura, donandola
alla Diocesi di Cremona; quest'ultima che, a sua volta, l’ha messa a
disposizione della Fondazione “La Pace onlus”, presieduta dal dottor Umberto
Lonardi e costituita nell’aprile del 2011 dalle case di riposo di Casalmorano,
Castelverde, Cingia de’ Botti e San Bassano, insieme alla “Società di mutuo
soccorso e previdenza tra i sacerdoti della diocesi di Cremona” e alla
Cooperativa “Armonia”. Dice il dottor Lonardi di avere accolto con entusiasmo il
compito assegnatogli, portando avanti l’obiettivo «di realizzare qualcosa che
consenta agli anziani di salvaguardare la propria dignità». La struttura nasce
per rispondere ad un concreto bisogno della nostra città. «In provincia di
Cremona, negli anni, si è creata una vera e propria specializzazione nella cura
e nell'assistenza all'anziano, tanto che vi è un numero di posti letto che è
superiore al numero di ultrasettantenni - evidenzia Lonardi. La città, al
contrario, risulta fortemente carente nell'offerta di posti disponibili,
situazione che impone a molti cremonesi di doversi rivolgere a strutture
esterne, con tutti disagi che ciò comporta dal punto di vista logistico. Il
recupero della Pace, pur non risolvendo completamente il problema, ha consentito
di incrementare la disponibilità di posti. Inoltre abbiamo recuperato una
struttura che è sempre stata un fiore all'occhiello per i cremonesi, proprio nel
cuore della città, ma che da anni era abbandonata». Tutto è stato possibile,
sottolinea Lonardi, grazie ad un benefattore: «Solo l'impegno e la volontà di
Giovanni Arvedi e di sua moglie Luciana ci hanno permesso di realizzare tutto
questo. Hanno risposto con entusiasmo ad ogni mia richiesta, impegnandosi
affinché il progetto riuscisse al meglio. Un elogio va anche al vescovo e al
vicario generale, che mi sono stati vicini, condividendo il mio sogno. Infine
voglio spendere una parola di elogio anche per gli enti fondatori, che ci hanno
consentito di essere contrattualizzati con i contributi regionali cedendoci
alcuni posti letto, che sarebbero toccati a loro. Questo ci consente di avere
una parte dei nostri posti letto con una retta a 52 euro giornaliere, contro i
92 della retta intera. Inoltre i fondatori, forti della loro pluriennale
esperienza, ci hanno permesso di partire con una marcia in più. Ringrazio anche
il direttore, Marina Generali, che è lo stesso di Cingia de Botti, struttura che
riceve costantemente elogi da parenti e da ricoverati per la sua efficienza e
per il comfort». La struttura è ora perfettamente funzionante dal 10 febbraio,
mentre da aprile è anche contrattualizzata con il Servizio sanitario nazionale.
«Possiamo accogliere 84 pazienti Rsa, di cui circa la metà gode del contributo
del Servizio sanitario nazionale. Abbiamo inoltre una seconda palazzina, che
accoglie 10 persone in comunità-alloggio per persone parzialmente
autosufficienti che usufruiscono di prestazioni alberghiere e di un piccolo
aiuto quotidiano; altre 10 persone sono invece ospitate in mini-alloggi
protetti: veri e propri appartamenti composti da camera da letto, servizi e
soggiorno con cucina. Il tutto è direttamente collegato alla struttura
sanitaria. Abbiamo poi il Centro diurno integrato, che ospita fino a un massimo
di 30 persone. Dunque, a regime la Casa potrà servire non meno di 130 anziani. I
dipendenti sono invece una sessantina». La struttura ha ancora a disposizione
una ventina di posti per solventi. La cerimonia di apertura ufficiale ha visto
la presenza di tutti gli ospiti, dei loro familiari e di molti cittadini. Molte
le autorità intervenute: oltre ai coniugi Arvedi, accompagnati dai loro
familiari, c’erano il sindaco Galimberti, la presidente del Tribunale Ines
Marini, il capo di gabinetto della Prefettura Boumont Bortone, il questore
Vincenzo Rossetto, il presidente della Provincia Massimiliano Salini, il
consigliere regionale Carlo Malvezzi, il direttore generale dell’Asl, Gilberto
Compagnoni e numerosi altri rappresentanti delle istituzioni. Fondamentale
l’apporto logistico dei volontari dell’Avulss cremonese, la benemerita
associazione che si occupa dell’assistenza dei malati che proprio nella casa di
riposo di via Massarotti avrà la sua sede operativa, insieme a quello dei membri
del “Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta”. La struttura è pensata
per essere dotata di ogni comfort e con tecnologia avanzate, che consentono una
cura completa dell'anziano: dalla doccia attrezzata alla palestra per la
riabilitazione. «Gli aspetti tecnologici sono stati curati dall'architetto
Massimiliano Beltrami e dall'ingegnere Claudio Brambilla, che hanno lavorato
senza risparmiarsi» evidenzia Lonardi. Grande cura anche all'aspetto alimentare:
i pasti verranno infatti preparati in cucine all'avanguardia, costruite nel
seminterrato della struttura, e gestite dalle Officine Culinarie. «La qualità
del pasto sarà molto alta perché è un momento importante per la vita
dell'anziano » evidenzia ancora il presidente. Un punto di orgoglio per la
struttura è la chiesa e in particolare il suo altare, scolpito dallo scultore
Ferraroni; ogni giorno alle 10 viene proposta una messa aperta a tutta la
cittadinanza, oltre che agli ospiti della struttura.
Nessun commento:
Posta un commento