domenica, luglio 20, 2014

«La cultura è stata tagliata senza pietà»

Nicoletta De Bona: «Giunta Perri? Avremmo dovuto fare scelte più coraggiose ed essere più compatti»

Dopo molti anni dedicati alla politica, Nicoletta De Bona, già assessora alla cultura nella giunta Perri, ha deciso di abbandonare definitivamente questo tipo di impegno. «Per fare politica oggi bisogna avere alcune caratteristiche caratteriali che evidentemente non mi appartengono. C'è chi riesce a scrollarsi di dosso le situazioni ed andare avanti, io no. L'impegno poi è totalizzante; credo di aver dato il massimo nella condizione in cui ho operato, con contraddizioni finanziarie, normative e aspettative dei cittadini molto elevate». Cosa rimprovera alla giunta in cui ha lavorato in questi cinque anni? «Avremmo dovuto fare scelte più coraggiose, perché il voto ricevuto rappresentava un'attesa di cambiamento, da parte dei cittadini. Sicuramente abbiamo pagato lo scotto dell'inesperienza: siamo stati l'unica amministrazione di centrodestra in 60 anni di amministrazioni di centrosinistra. Tra gli assessori della giunta Perri erano ben pochi ad avere avuto un'esperienza amministrativa giocata in prima linea: fare il consigliere di opposizione, infatti, ti consente di veder solo la punta dell'iceberg. Quando ti ritrovi a dover gestire direttamente le cose ti rendi conto di quanto ampie siano le problematiche. Tuttavia, da parte nostra, ci sarebbe voluta una maggior compattezza...». Invece la giunta è stata spesso un po' divisa, in questi anni... «Purtroppo sì. Ma soprattutto è mancato un atteggiamento deciso, come dicevo prima. Sono una persona dirompente e decisionista. Mi prendo il tempo per riflettere sui problemi, ma se capisco che serve un intervento forte non mi sottraggo. Invece in Giunta su molti temi c'è stato un temporeggiamento che poi abbiamo pagato. Un'altra cosa su cui abbiamo peccato è stata la comunicazione: abbiamo fatto cose importanti ,ma non siamo stati capaci di comunicarle in modo corretto ed efficace, finendo per perderci in discussioni sterili che non ci portavano da nessuna parte». Veniamo al suo settore, la cultura, che durante l'amministrazione Perri ha subito tagli notevoli... «La cultura è stata tagliata senza pietà. Molti mi hanno criticato, ma chi non c'è dentro non può capire cosa significa. Ho fatto il massimo con quello che avevo a disposizione, raccogliendo 1.200.000 euro di risorse esterne, rivitalizzando le sedi museali con iniziative mirate e tagliando 450mila euro di spese di gestione». Ha provato a contrastare i tagli? «L'ho fatto nelle sedi opportune. Ma evidentemente la giunta Perri ha deciso diversamente, e ho dovuto adeguarmi. Sono una persona che rispetta la parola data, ed andarmene non mi sembrava corretto, nonostante su molte decisioni non fossi d'accordo». Anche dal punto di vista culturale? «Si. Il Museo del Violino è stata una svolta molto positiva, tuttavia ci sarebbe voluta una maggior sistemicità tra sistema museale, Museo del Violino e teatro Ponchielli. E' qualcosa che avrei voluto fortemente, ma che non ho potuto mettere in atto. Questo è un grande problema che mi auguro Galimberti - che ha delega alla cultura - riesca a risolvere. Anche perché le piccole nicchie di potere autoreferenziali non vanno da nessuna parte, se non si riesce a metterle a sistema. Non che a noi sia mancata una visione di insieme, soprattutto per quanto riguarda la liuteria, che rappresenta una caratteristica peculiare della nostra città, che ci rende unici e riconoscibili. Tuttavia non si è fatto il passo in più che era necessario». Cosa può dire dell'attuale giunta Galimberti? «E' troppo presto per fare una valutazione. Sicuramente è condivisibile il fatto che il sindaco voglia creare lavoro di squadra tra gli assessori; tuttavia le deleghe mi sembrano un po' nebulose e poco definite: questo porta al rischio di sovrapposizioni e interferenze tra un assessorato e l'altro. Solo se riusciranno davvero a fare squadra potranno fare un buon lavoro». Vi sono stati diversi contrasti, in passato, tra lei e l'assessore Nolli... «L'assessore Nolli ha avuto contrasti un po' con tutto il resto della giunta. Del resto, l'assessore al bilancio ha la priorità di dover chiudere il bilancio, mentre gli altri assessori devono reperire le risorse per i loro settori: è chiaro che si creino delle situazioni di contrasto». Allora, Nicoletta De Bona, dopo tanti anni, ha davvero deciso di dire addio alla politica? «Assolutamente. Ho creduto per anni in un soggetto unitario del centrodestra, il Pdl, anche sacrificando alcune mie ideologie da ex An. Ora però vedo un caos e una confusione che non è solo della politica, ma anche, più in generale, degli italiani. C'è molta insoddisfazione, ma nessuno che se ne prenda la responsabilità. Non è più la politica che piace a me».

Nessun commento:

Posta un commento