sabato, luglio 26, 2014

Si dice e si scrive assessora...

In qualche numero fa ci siamo divertiti a prendere in giro i luoghi comuni. Occorre avere cura della lingua, dicevamo: perché, citando Nanni Moretti, “chi parla male pensa male”. Ora, se considerassimo il linguaggio che utilizziamo con cuore puro e libera mente, avremmo delle belle sorprese. Sorvoliamo sul terribile italiano burocratico: da “obliterare il titolo di viaggio”, invece che “timbrare il biglietto”, a “previo versamento del corrispettivo”, invece di “dopo avere pagato la somma dovuta”. Voglio soffermarmi su un fenomeno che non è solo dovuto alla misoginia che ancora si aggira tra di noi, ma alla pessima conoscenza della lingua, con esilaranti sgrammaticature, e anche al cattivo giornalismo: l’uso scorretto del genere. Esilarante, dicevo. Abbiamo potuto leggere, anni fa, che il sindaco di ... aspettava un bambino da... O che il sottotenente... convolava a giuste nozze con il capitano... Per fortuna che ci ha messo una parola conclusiva la benemerita Accademia della Crusca: se si dice “cameriere” e “cameriera”, allora si dice anche “direttore” e “direttora”, “assessore” e “assessora”. “Sindaco” e “sindaca”, certamente. Niente più dubbi, quindi, si dice chirurga, ministra, avvocata e così via, non esistono due opzioni, “Il genere è un parametro fisso come lo è un numero, è un meccanismo regolatore della nostra lingua”. Lo dice la suddetta Accademia che insieme ad un’associazione di giornaliste ha presentato, poco tempo fa, alla presenza di Laura Boldrini, “la” presidente della Camera, un manuale che coadiuvi nello scrivere in maniera corretta anche dal punto di vista del genere. E il rispetto del genere presto sarà applicato in tutti i documenti ufficiali. Non è cosa strana. E’ solo grammatica italiana. #sappiatelo.

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