Orari dei negozi, è il momento di cambiare?
Cambiare gli orari di apertura dei negozi della città, spostandoli verso la
sera o comunque nelle fasce orarie in cui i cremonesi sono più propensi a
uscire, in particolare nei mesi estivi: questa la riflessione che stanno facendo
le categorie del commercio cremonese, cercando delle risposte concrete a una
crisi sempre più forte. In realtà da tempo se ne parla, ma si tratta di un tema
delicato che va portato avanti attraverso un confronto con tutte le parti in
causa, compresi i sindacati dei lavoratori, e che dovrebbe essere gestito
dall'amministrazione comunale. Quello degli orari è un tema che da tempo porta
avanti anche Antonio Pisacane, segretario di Asvicom Cremona: «Sono stato tra i
precursori, in questo tema, ancora dai tempi in cui era assessore Baldani. Credo
sia un'ipotesi su cui si dovrebbe riflettere seriamente. Ancora di più oggi, con
i tempi di crisi che stiamo vivendo». Di fatto, normalmente i cremonesi sono al
lavoro negli orari in cui sono aperti i negozi, oppure al pomeriggio vanno alle
società canottieri, in estate. E nel momento in cui escono e avrebbero tempo per
lo shopping, dalle 19 in poi, i negozi sono già chiusi, e l'unica alternativa
restano i centri commerciali. «Nel sud Italia al pomeriggio fa talmente caldo
che i negozi aprono intorno alle 18, e restano aperti fino alle 22 - continua
Pisacane -. Poiché anche da noi il clima pomeridiano, nelle giornate di sole,
non è dei migliori, perchè non provare a prendere esempio, almeno a livello
sperimentale, provando a modificare gli orari di apertura dei negozi?».
L'ipotesi di aperture che proseguano fino alla prima serata potrebbe essere
vincente, così come l'idea di tenere aperto nell'orario di pausa pranzo, quando
il centro storico si riempie di persone che spesso si riversano nei pochi negozi
aperti, quelli delle grandi catene, come Tezenis e Sephora. «Mi chiedo perché
non valutare seriamente di modificare gli orari, fermo restando che prima va
fatta una valutazione con i dipendenti, con le sigle sindacali, per individuare
una soluzione sperimentale che possa andare bene a tutti - continua Pisacane -.
Sono convinto che anche per chi lavora nei negozi potrebbe essere un vantaggio
avere delle ore libere al pomeriggio, in estate, tornando a lavorare poi nella
fascia oraria tra le 17 e le 22. Credo vi siano gli spazi per trovare una
sperimentazione di buon senso. Peccato che nessuno finora abbia mai trovato il
coraggio, a livello istituzionale, di approfondire l'argomento. Spero che questa
amministrazione possa prendere in considerazione l'idea e magari avviare una
riflessione ad ampio raggio. Del resto i giovedì d'estate sono la prova che la
gente ha voglia di uscire e di andare in centro. Basta dargliene le
motivazioni». Sulle aperture serali è possibilista anche Giorgio Bonoli
(direttore di Confesercenti Cremona), secondo cui «E' una logica di cui già
spesso si è discusso, soprattutto guardando alle esigenze di una città come
Cremona, dove in estate la gente preferisce passare il pomeriggio in piscina,
alle società canottieri». Tuttavia non mancano i dubbi: «Gli orari possono
essere un problema per i dipendenti, ma anche per gli stessi commercianti, che
non vogliono rinunciare alla propria vita - continua Bonoli -. E' senza dubbio
una cosa su cui riflettere, di cui già a Crema si sta parlando». Insomma, alla
luce delle recenti liberalizzazioni degli orari del commercio, che consentono ai
negozi di gestire in autonomia i propri orari di apertura e chiusura, forse è
davvero il momento di rivedere le vecchie abitudini, andando incontro alle ormai
mutate esigenze dei consumatori, come del resto già viene fatto in quasi tutta
Europa e anche in diverse cittadine italiane.
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