Se provassimo a scorrere un giornale di qualche settimana fa, a parte la
tragedia della guerra palestino-israeliana, per quanto riguarda la politica
italiana, non troveremmo titoli o commenti molto diversi da quelli di oggi. Il
“nuovo” senato, la “nuova” legge elettorale (ricordate? 37% uguale maggioranza
assoluta) … ma gli interventi in materia di economia sono ancora fermi alle
dichiarazioni di intenti. Certo, ci sono stati gli 80 euro, di cui pare non si
sia ancora trovata la completa copertura: e quella che c’è ha provocato altri
tagli agli enti locali, che a loro volta tagliano sui servizi, riducendo le
possibilità di guadagno di fornitori, ditte di manutenzione, cooperative di
servizi eccetera. L’altra misura è stata la prima parte della riforma del
lavoro, che non pare aver portato (magari, sarà ancora presto …) miglioramenti
nell’occupazione, anzi. Quindi, le realizzazioni del governo su cui scrivere
“fatto” sono davvero poche. Non siamo un Paese che accetta volentieri un
ragionamento churchilliano, fatto di promesse di “sangue, fatica, lacrime e
sudore”, anche perché abbiamo già molto dato, in questi anni (tutto sta, però,
nel vedere da chi sia composto questo “noi”); ma bisogna considerare quanto
possa essere controproducente, alla lunga, fare sfavillanti promesse, che non si
sa se potranno essere mantenute. “L’uomo solo al comando” ce la può fare quando
dispone di grandi risorse, per distribuire, contentare, ammansire: così più non
è. Lo potette fare Craxi, al prezzo di far precipitare l’Italia in una
situazione durissima (ricordate “e la nave va?” ma allora, non c’era la crisi
internazionale a togliere fiato e spazi). Prendiamo, per esempio, l’impegno a
sbloccare i debiti verso le imprese della Pubblica Amministrazione: mi risulta
che questi siano dovuti, in gran parte, al blocco imposto da quel moloch che è
il patto di stabilità interno (è come dire: anche se hai i soldi, magari pochi,
non li puoi comunque spendere). Se non si ricontratta questo, il problema si
gira su se stesso e il cane si morde la coda. Personalmente, mi interessano poco
i proclami: come altri, sto ancora aspettando azioni concrete e terapie per
rianimare nell'immediato la nostra economia. E il turbo lasciamolo alle auto, e
l’asfalto e gli asfaltatori, ai lavori pubblici. Insomma, questo Renzi, non mi
convince fino in fondo. E questo sarebbe male di poco: il problema è che non mi
fido. Ecco, l'ho detto! P.s. Berlusconi è innocente, almeno fino alla
Cassazione... buon per lui.
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