sabato, luglio 19, 2014

Per adesso il piatto piange

Se provassimo a scorrere un giornale di qualche settimana fa, a parte la tragedia della guerra palestino-israeliana, per quanto riguarda la politica italiana, non troveremmo titoli o commenti molto diversi da quelli di oggi. Il “nuovo” senato, la “nuova” legge elettorale (ricordate? 37% uguale maggioranza assoluta) … ma gli interventi in materia di economia sono ancora fermi alle dichiarazioni di intenti. Certo, ci sono stati gli 80 euro, di cui pare non si sia ancora trovata la completa copertura: e quella che c’è ha provocato altri tagli agli enti locali, che a loro volta tagliano sui servizi, riducendo le possibilità di guadagno di fornitori, ditte di manutenzione, cooperative di servizi eccetera. L’altra misura è stata la prima parte della riforma del lavoro, che non pare aver portato (magari, sarà ancora presto …) miglioramenti nell’occupazione, anzi. Quindi, le realizzazioni del governo su cui scrivere “fatto” sono davvero poche. Non siamo un Paese che accetta volentieri un ragionamento churchilliano, fatto di promesse di “sangue, fatica, lacrime e sudore”, anche perché abbiamo già molto dato, in questi anni (tutto sta, però, nel vedere da chi sia composto questo “noi”); ma bisogna considerare quanto possa essere controproducente, alla lunga, fare sfavillanti promesse, che non si sa se potranno essere mantenute. “L’uomo solo al comando” ce la può fare quando dispone di grandi risorse, per distribuire, contentare, ammansire: così più non è. Lo potette fare Craxi, al prezzo di far precipitare l’Italia in una situazione durissima (ricordate “e la nave va?” ma allora, non c’era la crisi internazionale a togliere fiato e spazi). Prendiamo, per esempio, l’impegno a sbloccare i debiti verso le imprese della Pubblica Amministrazione: mi risulta che questi siano dovuti, in gran parte, al blocco imposto da quel moloch che è il patto di stabilità interno (è come dire: anche se hai i soldi, magari pochi, non li puoi comunque spendere). Se non si ricontratta questo, il problema si gira su se stesso e il cane si morde la coda. Personalmente, mi interessano poco i proclami: come altri, sto ancora aspettando azioni concrete e terapie per rianimare nell'immediato la nostra economia. E il turbo lasciamolo alle auto, e l’asfalto e gli asfaltatori, ai lavori pubblici. Insomma, questo Renzi, non mi convince fino in fondo. E questo sarebbe male di poco: il problema è che non mi fido. Ecco, l'ho detto! P.s. Berlusconi è innocente, almeno fino alla Cassazione... buon per lui.

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